Scritture Le forme di comunicazione
1 Comunicazione e linguaggio
2. Oralità e scrittura
![Immagine da Orbis sensualium pictus (Il mondo in figure delle cose sensibili), di Jan Amos Komensky (Comenio), riformatore dell'educazione e pedagogista ceco del XVII sec.; è il primo libro di testo che utilizza sistematicamente le figure. L'illustrazione riprodotta presenta gli insetti: a ciascun numero corrisponde il nome dell'insetto in quattro lingue (latino, tedesco, ceco e ungherese).](https://www.bibliotecamonteclaro.it/wp-content/uploads/2022/08/1-1.10.jpg)
Immagine da Orbis sensualium pictus (Il mondo in figure delle cose sensibili), di Jan Amos Komensky (Comenio), riformatore dell’educazione e pedagogista ceco del XVII sec.; è il primo libro di testo che utilizza sistematicamente le figure. L’illustrazione riprodotta presenta gli insetti: a ciascun numero corrisponde il nome dell’insetto in quattro lingue (latino, tedesco, ceco e ungherese).
Notazione scritta e lingua
Ricorrenza, combinabilità e convenzionalítà sono proprietà che bastano a caratterizzare un insieme di segni grafici come notazione; un sistema, cioè, che veicola messaggi prevalentemente informativi (i quali, per mezzo della ripetibilità delle sequenze di segni, rinviano a contenuti linguistico-concettuali esterni ai messaggi stessi) e non prioritariamente estetici (il prodotto artistico è caratterizzato dall’irripetibilità e rinvia anzitutto a se stesso).
Queste tre proprietà, tuttavia, non sono sufficienti a definire quale modalità assmnerà il rapporto tra la notazione e la lingua in cui il testo dev’essere “letto”.
Rappresentazione del concetto o trascrizione dei fonemi
Gli studiosi classificano comunemente le scritture, proprio sulla base di tale rapporto, in due categorie.
Da una parte, i sistemi parzialmente o totalmente indipendenti dalla lingua a cui si riferiscono (le pittografie e gli ideogrammi, ad esempio, data la ‘chiave d’accesso’ al sistema, potrebbero in teoria essere letti e interpretati da chiunque, perché rappresenterebbero direttamente “il pensiero”).
Dall’altra, i sistemi che invece trascrivono parole, sillabe o singoli suoni di una lingua (i quali, se possono essere letti ove sia noto il rapporto segno-parola o segno-suono, non possono essere “interpretati” se non si conosce già la lingua trascritta).
Queste classificazioni rivelano non soltanto un malcelato etnocentrismo, che ordina evoluzionisticamente i sistemi in funzione di criteri quali l’economicità e l’aderenza al parlato, ma anche una disattenzione nei confronti del fatto che tutti i sistemi di registrazione grafica mettono in luce un modellamento reciproco nel rapporto con le forme del linguaggio orale, pur se a diversi livelli di complessità.
![Pittografie rituali degli indiani Cuna (Panama, anni recenti). Il testo è parte di un canto terapeutico di uno sciamano per ritrovare l'anima del malato perduta nel mondo degli spiriti, a ogni villaggio corrisponde un sintomo della malattia. A sinistra, dal basso: il villaggio delle Punte, del Fulmine, Bianco, del Ventaglio; a destra, dal basso: il villaggio Veloce, della Chioma di foglie, Rosso, Basso. Per gentile concessione di Carlo Severi](https://www.bibliotecamonteclaro.it/wp-content/uploads/2022/08/1-2.4.jpg)
Pittografie rituali degli indiani Cuna (Panama, anni recenti). Il testo è parte di un canto terapeutico di uno sciamano per ritrovare l’anima del malato perduta nel mondo degli spiriti, a ogni villaggio corrisponde un sintomo della malattia. A sinistra, dal basso: il villaggio delle Punte, del Fulmine, Bianco, del Ventaglio; a destra, dal basso: il villaggio Veloce, della Chioma di foglie, Rosso, Basso.
Per gentile concessione di Carlo Severi
Una contrapposizione infondata tra alfabetico e ideografico
Il tipo di “corrispondenza alfabetica” cui siamo abituati ci fa dimenticare che all’interno della nostra stessa tradizione grafica esistono ideogrammi (le cifre arabe, la notazione aritmetica), logogrammi (le sigle e le abbreviazioni) e persino pittogrammi (nella segnaletica, ad esempio).
E ci fa anche credere che non possano esservi segni fonetici in un sistema pittografico o ideografico quando, alla luce dell’analisi di scritture come quella cinese o quelle mesoamericane, questo risulta palesemente inesatto.
In sostanza, il rapporto fra oralità e scrittura è complesso e mutevole: dire di un segno soltanto che esso corrisponde a un suono, a una sillaba o a una parola costituisce sempre una semplificazione fuorviante, perché questa totale corrispondenza non è mai stata raggiunta da alcuna scrittura.
Identità culturale e linguistica
Tutte le scritture sono sistematiche, in modi diversi, e sperimentano la ricerca di corrispondenze coerenti e razionali tra il parlato e lo scritto, funzionali al ruolo che esse hanno nelle diverse tradizioni culturali.
Per gli indiani Cuna, questa corrispondenza, sintattica o narrativa, è ottenuta dalla ricorrenza di formule grafiche costanti, che trascrivono ampie formule verbali. In un sistema di scrittura come il Visible speech, all’estremo opposto, la corrispondenza è prodotta grazie ad un rispecchiamento quasi automatico dei fenomeni articolatori o acustici nel sistema dei segni.
![Sirnbologia del Visible speech di Potter, Kopp, Green (1947), proposta di alfabeto fonetico basato sulla rappresentazione spettrografica.](https://www.bibliotecamonteclaro.it/wp-content/uploads/2022/08/1-2.5.jpg)
Simbologia del Visible speech di Potter, Kopp, Green (1947), proposta di alfabeto fonetico basato sulla rappresentazione spettrografica.
![Spettrogramma acustico della parola inglese said. Lo spettrogramma rappresenta i suoni in bande di frequenza con le frequenze minori in basso e quelle maggiori in alto. La traccia a sinistra in alto è il suono s, quella a destra in basso il suono aid.](https://www.bibliotecamonteclaro.it/wp-content/uploads/2022/08/1-2.2.jpg)
Spettrogramma acustico della parola inglese said. Lo spettrogramma rappresenta i suoni in bande di frequenza con le frequenze minori in basso e quelle maggiori in alto. La traccia a sinistra in alto è il suono s, quella a destra in basso il suono aid.
![Simbologia del Visible speech, i segni per i fonemi š e ž.](https://www.bibliotecamonteclaro.it/wp-content/uploads/2022/08/1-2.6.jpg)
Simbologia del Visible speech, i segni per i fonemi š e ž.
Una trascrizione fedele
Lo sviluppo della tecnica ha consentito di registrare e riprodurre l’oralità in forme una volta impensabili: è il caso, ad esempio, degli spettrogrammi, vere e proprie notazioni meccaniche del parlato.
Ma è importante osservare che anche antiche tradizioni manoscritte che fanno uso di notazioni semantiche, come quella azteca, conoscono l’applicazione di criteri di corrispondenza fra il piano grafico e quello linguistico.
Questi criteri sono applicati con una logica che non si discosta affatto da quella con cui Jan Hus, fra il Tre e il Quattrocento, adattava l’alfabeto latino alle consonanti palatali del cèco.
identici procedimenti di costruzione analogica e ristrutturazione dei sistemi di segni guidano da sempre l’umanità nelle proprie scelte espressive.
![Schema dell'articolazione dei suoni fricativi dentali [s] (sordo) e [1] (sonoro) - cui nelfalfabeto cèco corrispondono ì segni «s» e «z» - e dei suoni fricativi alveopalatali [sc] (sordo) e ['g' con pronuncia toscana] (sonoro) - cui nelllalfabeto cèco corrispondono i segni š e ž con l'haček. Le corrispondenze creano la proporzionalità tra piano grafico e fonico. In modo analogo questo accade nel rapportofra pittografia azteca e significato nella lingua trascritta. Il glifo della montagna si trasforma, mediante un 'allungamento`, nel glifo che trascrìve la parola per “ montagna alta e allungata” come pure nel passaggio dal segno del tempio (“la casa con gradini del dìo”) ai glifo per il "tempio alto e allungato”.](https://www.bibliotecamonteclaro.it/wp-content/uploads/2022/08/1-2.7.jpg)
Schema dell’articolazione dei suoni fricativi dentali [s] (sordo) e [1] (sonoro) – cui nell’alfabeto cèco corrispondono i segni «s» e «z» – e dei suoni fricativi alveopalatali [sc] (sordo) e [‘g’ con pronuncia toscana] (sonoro) – cui nelllalfabeto cèco corrispondono i segni š e ž con l’haček. Le corrispondenze creano la proporzionalità tra piano grafico e fonico. In modo analogo questo accade nel rapportofra pittografia azteca e significato nella lingua trascritta. Il glifo della montagna si trasforma, mediante un ‘allungamento`, nel glifo che trascrìve la parola per “montagna alta e allungata” come pure nel passaggio dal segno del tempio (“la casa con gradini del dìo”) ai glifo per il “tempio alto e allungato”.
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